22 ottobre 2020

L'acchiappasogni

L'acchiappasogni doveva funzionare per catturare gli incubi, ma, lungamente negletto, accumulò tanta di quella polvere che pareva tossicchiare ad ogni tentativo di filtraggio. Il sonno prese così a popolarsi di sventure e disavventure, tappi e intoppi, loculi e ostacoli. Non si riuscì ad acclarare se fossero gli incubi ad approfittarsene sgattaiolando tra le maglie vetuste come desuete ragnatele o se fossero i sogni, anche quelli belli, a sporcarsi e deteriorarsi fino a risultare irriconoscibili. Occorreva tornare a occuparsene: ripulirlo, arieggiarlo e soprattutto staccarlo dalla parete per appenderlo in posizione centrale e libero di penzolare. Forse in tal caso si sarebbe riscoperto che il suo compito reale era attirare l'attenzione su di sé per liberare la mente e rasserenare l'animo. Un po' come una ninna nanna mediata, come le fusa di un felino domestico, come un mantra cantato, come le orazioni di un piccino, come un hobby meticoloso, come una passione innocua. Una passione innocua capace di anestetizzare quelle divoranti. Acchiappasogni: non catturarli tutti, però. 

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a cura di Giulio Pianese

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