19 ottobre 2020

Dalla bellezza la resurrezione

È sempre un'ottima idea rifocillarsi di bellezza: l'ho detto a mia figlia che è andata a farsi un giro all'Hangar Bicocca per vedere le mostre lì allestite. 

Lo ripeto a me stesso e a chiunque rischi di abbrutirsi dando per scontata la quotidianità anziché provare a coglierne perle e luccichii. Non dirmi che è tutto grigiore e piattume: le occasioni per nutrirsi interiormente sono molteplici e sfaccettate come le pietre preziose che si occultano nel pulsare di ciascun istante. 

Certo, la sorpresa deve trovarti disponibile: come quella di una decina di sere fa, quando per caso ho scoperto che proprio sotto casa mia ci sarebbe stato uno spettacolo e ho ottenuto di potervi assistere nonostante non avessi prenotato. Ho così potuto apprezzare il "Piccolo canto di resurrezione", scritto e interpretato dalla Compagnia Piccolo Canto. Bravissime le cantattrici, intensa e pregnante la rappresentazione, fatta di racconti cantati e misteriosi, canti intrecciati e intimi, ispirazioni mistiche e comiche, umanissime e selvatiche, toccando temi spirituali e terreni, tragicomici, giocosi, liberatori. 

Come ho scritto sul loro libricino dopo gli applausi: "Grazie per l'abbraccio vocale che ci avete regalato alla fine", quando le interpreti si sono poste a cantare ai due lati della platea, costituita da sedie distanziate posizionate tra la villa secentesca Casati Stampa e la strada, rimasta oltre il cancello insieme al resto del mondo, mondo che però in un certo qual modo era tutto dentro alla teatralità dei loro canti polifonici e testi multifonici.

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a cura di Giulio Pianese

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