30 giugno 2020

Viaggiatori o turisti

Quanto vi dico potrebbe valere sia per le prossime vacanze, sia come metafora per la vita, perché spesso la si paragona a un viaggio.

Ci sono due modi per partire: da turisti o da viaggiatori. Il turista si fa portare da un punto all'altro senza farci caso, si lascia trascinare quasi passivamente, cercando solo relax e piacevolezza in una nuova routine. A volte, lo ammetto, ci vuole anche questo, però non ci si arricchisce, non si cresce.

Il viaggiatore, invece, è già in partenza mentre prepara il bagaglio; esce di casa ed è già in vacanza. È consapevole, compie il tragitto guardandosi intorno con interesse e l'itinerario stesso lo riempie di meraviglia e godimento. Quando arriva a destinazione, ha già vissuto un'esperienza, e invece questa lo aspetta a mondo aperto per tanti giorni ancora.

Vi auguro di essere viaggiatori e non turisti.

Questo, parola più parola meno, è l'auspicio che ho rivolto ai miei studenti che hanno appena concluso la terza media.

29 giugno 2020

Dal passo alla corsa

Mi fa male il tallone sinistro, ma da un paio di settimane ho ricominciato da zero il programma di allenamento alla corsa (corsetta, dai) che avevo affrontato anni fa, dopo tanto tempo che non mi cimentavo.

Il segreto, come per quasi ogni cosa, è una miscela di costanza e umiltà. Miscelando alla consapevolezza dei propri limiti una generosa dose di buona volontà, si possono superare o aggirare i soliti ostacoli: pigrizia, arrendevolezza, tendenza alla procrastinazione.

28 giugno 2020

Un futuro libro da comprare ora

Da anni, per la lettura mi avvalgo delle risorse della biblioteca civica (Il Pertini di Cinisello Balsamo, nel mio caso) e compro libri solo per regalarli.

Stavolta, però, ti invito a imitarmi in un acquisto azzardato: un libro che ancora non c'è, un libro che ci sarà solo se lo preacquisteremo in un certo numero di lettori. Quando dico che il libro non c'è, mi riferisco alla sua forma definitiva, perché l'editing verrà completato solo in vista dell'effettiva pubblicazione, che dipende da noi: non mancano molte copie al raggiungimento della massa critica necessaria, quindi puoi essere determinante.

S'intitola Baby-Lon.616. Il motivo per cui te lo consiglio è la fiducia che ripongo in una delle mani che l'ha scritto, avendo già letto e apprezzato altre sue opere. Di più non sono autorizzato a dire.

Se vuoi saperne di più e magari preordinarlo, vai alla pagina dedicata a Baby-Lon.616 su bookabook, l'editoria basata sulla comunità dei lettori.

27 giugno 2020

Tre testi e tre audio per rinascere come la Fenice

Ho raccolto in una pagina i tre file audio che avevo realizzato per la mostra collettiva online "Come la Fenice".

I testi sono questi e li ho rielaborati a partire da vecchi post:

Non farla finita
Puoi morire e rinascere senza mutare piano d’esistenza, cadere e risorgere restando qui, attingendo fiduciosamente alle meraviglie che se non sono già sbocciate stanno per gemmare. Per convincersene non occorre nemmeno rifarsi agli irrinunciabili affetti infiniti dei legami di sangue e di cuore: basta volersi tuffare in una qualsiasi occupazione relazionale con appassionata curiosità. Prova a imparare, prova a insegnare, prova a ballare.

Dolomiti
Camminavo in cresta e assaporando il silenzio, o meglio, il canto delle montagne. Il vento si era placato e così rimasi un po’ lì, incantato a guardare, ad ascoltare, a sentire, a sentirmi pieno di gratitudine e godimento. Capisco chi iniziando a inerpicarsi o addirittura ad arrampicare poi non riesce più a farne a meno, perché quelli sono momenti perfetti, di unicità e completezza, di annullamento e rinascita, di bella essenzialità, come orgasmi dell’anima, insomma.

Grotte
Dentro e fuori, come in un utero fatto di mare. Dentro e fuori, come una rinascita. Si può rinascere anche nuotando in una serie di grotte comunicanti, con il brivido di un passaggio al buio il cui superamento ti farà esultare d’euforia, in un’acqua limpida e multicolore quasi quanto le pareti ornate di corallo viola e di rocce variopinte.


26 giugno 2020

Candele

Per fare quel che bisogna fare, talvolta tocca trascurare quel che si vorrebbe. Può risultarne uno strappo doloroso, un magone che non trova opportunità di sfogo, una fatica fin nel respiro. Eppure se ne può uscire fortificati, sapendo di aver fatto la cosa giusta e riuscendo a rimandare a dopo il momento del ritrovamento (di sé, di qualcosa, di qualcuno).

Non sono di quelli che si tengono tutto dentro, non a lungo quantomeno: preferisco condividere e lasciarmi accompagnare dal bene altrui, conscio che nel gioco degli scambi di energie nessuno ci perde mai veramente. Torna alla mente il paragone della candela che può accenderne un'altra senza perdere nulla della sua luce, e anzi ottenendo un effetto di accresciuta luminosità proprio all'atto del passaggio.

Ora però vorrei essere capace di volare, per trasmigrare quel tanto che basta e ritornare in men che non si dica, toccando le terre natie per salutare chi da quelle non si potrà più muovere. Intanto lo faccio col pensiero... poi verrà il momento di ritrovare l'occasione, e il tempo, e lo spazio.

22 giugno 2020

Manca sempre un ultimo ciao

Nel tempo, il rammarico non si estingue, anzi: si moltiplica. Nel tempo, sono sempre più numerosi gli addii mancati, le azioni compiute a metà, le intenzioni lasciate appassire. Cresce o si assomma il fastidio di non poter tornare indietro un pochino. È un rincrescimento amaro, che bussa e poi ti picchia dentro.

La fregatura è che non c'è niente da fare: in ogni caso si troverà qualche negligenza di cui rimproverarsi, un "se" che percuote il sé. Ancorarsi a ipotesi non percorse, tuttavia, è tutto meno che saggio. Ove mai fosse possibile rifare tutto, certamente si finirebbe per trascurare comunque qualcosa.

Dunque il cammino dovrà proseguire senza ulteriore fardello, compiendo subito il prossimo passo. Dunque lo sguardo andrà puntato in avanti e intorno, tentando di scorgere la via e le bellezze anche quando un velo di lacrime le offusca.


a cura di Giulio Pianese

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