31 dicembre 2017

Olio buono

Giusto prima che iniziassero le vacanze di Natale, quelle scolastiche, una collega insegnante ci ha presentato i suoi oli. Sì, perché, ci ha spiegato, ha un'azienda agricola nella Sicilia natia: Le Sette Aje. Curioso, come sempre mi accade per una produzione artigianale o meglio ancora fatta in casa, ho accettato l'invito ad assaggiarli. Li ho apprezzati tutti e sei, dal più delicato al più saporito, gustandoli su pezzetti di pane. Accattivanti quanto i loro nomi (Accussì, Accuddì, Canaddunaschi, Àmmini, Ciàvuru, Cafisu), mi hanno lasciato la vivificante sensazione di aver provato qualcosa di molto buono. È stato bello lasciarsi guidare nella degustazione e soddisfacente riconoscere sapori e retrogusti prima ancora di ricevere le informazioni dettagliate.

L'olio buono è olio buono, ma è ancora meglio se lo prendi direttamente dal produttore. Anni fa, per esempio, ne avevo acquistato una latta on-line dal contadino svizzero in terra toscana, Ste, il blogger di Voglia di terra. Buono e delicato. Come lui, dunque.

Ora mi resta la curiosità di provare il Bellapietra, prodotto dalla mia ex compagna di scuola e collega traduttrice Valeria Leotta (alias ranafatata). In verità vorrei anche, prima o poi, riuscire ad accogliere l'invito di andarli a vedere da vicino, i suoi ulivi nei pressi di Sciacca (il mare già lo apprezzai) e magari assaggiare qualche ricettina delle sue (tipo gli spaghetti innominati, una caponata, la cuccìa). Olio buono e tanto bene.

2 commenti:

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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