29 febbraio 2016

Problematici snellimenti

Ultimamente mi sono avvicinato a libri che non solo procurano il piacere immediato della lettura, ma promettono di far leva nel profondo per indurre cambiamenti immediati e concreti nel quotidiano vivere. Mi riferisco in particolare a un manuale sul riordino casalingo e a un testo sul cibo proveniente dagli allevamenti intensivi.

Il primo è Il magico potere del riordino di Marie Kondo, altresì detta "giappa pazza" dagli utenti di qualche piccolo social network. L'approccio è drastico, l'intimazione preliminare e conclusiva è un perentorio "butta via", atteggiamento che serve a darsi il coraggio di riordinare davvero, trovando un posto per ogni cosa, ma solo alle cose che saranno sopravvissute a un'attenta e draconiana selezione. La sequenza in cui procedere è di fondamentale importanza: vestiti, libri, carte, oggetti, ricordi. Solo rispettandola sarà possibile accedere alle difficoltà di grado superiore con la necessaria efficacia e decisione.

L'altro è Se niente importa. Perché mangiamo gli animali? di Jonathan Safran Foer, che sto leggendo anni dopo averne sentito parlare. I punti sono tanti, giacché è un libro denso di informazioni, sia pur presentate con il garbo di chi sa davvero raccontare storie. Un punto è che il 99% della carne che mangiamo proviene dagli allevamenti intensivi, che sono una porcheria disumana per noi, per gli animali, per l'ambiente: per noi a causa di varie schifezze, tra cui per esempio gli antibiotici di cui sono imbottite le bestie o il brodo di feci assorbito dai polli raffreddati "ad acqua"; per gli animali a causa delle condizioni di sadica crudeltà nelle quali sono costretti a trascorrere lo spezzone di esperienza subvitale che tocca loro in sorte grazie all'avidità dei magnati dell'allevamento industriale e alla golosità di tutti noi magnoni avvezzi alla distribuzione commerciale; per l'ambiente perché il basso prezzo della carne è un artifizio che non tiene conto dei costi e dei danni legati al pesantissimo inquinamento di terra, acqua e aria, costi e danni che ricadono sull'intera comunità a differenza dei profitti, strettamente canalizzati.

Nell'uno e nell'altro caso alla lettura dovrà e vorrà seguire l'azione, ma so già che sarà un'azione parziale e limitata.
Riguardo all'alimentazione, non mi illudo di potere né volere abbracciare posizioni e comportamenti estremistici, per quanto eticamente corretti. M'accontenterò di una crescita di consapevolezza e di un miglioramento, consistente in una maggiore attenzione e in un contenimento dei consumi.
Quanto alla riorganizzazione domestica, sto già facendo tesoro di alcuni accorgimenti (vedi la verticalizzazione degli indumenti o degli asciugamani) e procederò senz'altro a una cernita totale, ma anziché buttar via, seguirò per gli articoli d'abbigliamento le consuete strade del riutilizzo: mercatino dell'usato, cassonetti gialli per la redistribuzione, impiego come stracci.

Il comun denominatore è per me l'esigenza di snellire la vita, in tutti i sensi. Sgombrare gli spazi, ridurre gli oggetti, assottigliare la figura, ampliare il respiro, alleggerire il passo. Perché vivere sia davvero un ballo e un vero sballo.
Tutto questo, sapendo che la presa di coscienza altro non è se non il risveglio di ciò che già c'è, ricordando che l'esigenza primaria del benessere è intimamente connessa con quella della bellezza, ribadendo che tutto è collegato, e che fino a un attimo prima del buio, tutto è illuminato.

--
"se non ora quando" è il bonus musicale dedicato al giorno in più: Tracy Chapman, If Not Now


a cura di Giulio Pianese

scrivimi