25 settembre 2014

Un magnifico pomeriggio

Che il tempo, nel senso del meteo, quest'estate sia stato così così non occorre sottolinearlo.
In Val di Fiemme, bella e cara, nel senso dell'affetto, persino a Ferragosto la giornata iniziò con una robusta precipitazione. I posti all'agriturismo però li avevamo già prenotati, non certo per l'insana voglia di uscire a pranzo proprio a Ferragosto, ma per festeggiare tutti insieme i diciott'anni di Chiara, nipote nata sei giorni dopo la mia primogenita. Posti in veranda, per fortuna veranda coperta, e pranzo tipico della tradizione culinaria trentina, come sempre lì a Salanzada. In otto a tavola, sapevamo bene come riempire i tempi di attesa: due mazzi di carte napoletane e via con sfide a tressette, scopone e briscola.
Poi, dopo il caffè e varie amenità (non per me, che continuo ad astenermi dai dolci), si sente spiovere e propongo di andare a sgranchirci le gambe. Raccoglie l'invito metà dei convitati e, tra questi, solo mia sorella Teresa e mio figlio Lorenzo mi imitano indossando gli scarponi. Ottimisti, visto il tempo, o semplicemente per evitare di sporcare le scarpe di fango.
Prendiamo, noi tre, la stradina verso Tabià, con una cautela quasi rassegnata che però si trasforma in apprezzamento via via più acceso, fino a sfiorare un'euforia stupefatta per come il cielo decide di premiarci, cromaticamente e climaticamente, accompagnandoci con meravigliosa radiosità. Meravigliati proseguiamo oltre e tocchiamo la magia quando attraversando un bosco e il suo ruscelletto cogliamo mille gioielli tra i rami e le cime delle altissime conifere d'intorno, grazie ai riflessi dei raggi solari.
Inoltre, arrivati al ponte delle Brustolaie, consultiamo la cartina esposta e notiamo che quella parte della valle, che abbiamo sempre un po' trascurato, saltandola a piè pari grazie alla funivia del Cermis, è molto più ricca e complessa (in effetti, è un insieme di altre valli) di quanto potessimo immaginare e ci ripromettiamo di esplorarla meglio in una prossima occasione.
Da entusiasta ribadisco che il mondo è bello, a parte le zanzare, come la maledetta che, porco qui e porco lì, mi ha martoriato piedi e caviglie mentre scrivevo questo post.

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a cura di Giulio Pianese

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