27 marzo 2014

Tempo portami via con te

Leggo un bell'articolo sul dramma fittizio di essere indaffarati e su come sarebbe meglio evitare di dirselo e darsi invece da fare con calma e serenità. È di Hanna Rosin e nella traduzione italiana pubblicata sul Post s'intitola "Non avete poi tanto da fare, sappiatelo" (l'originale era su Slate: You’re Not As Busy As You Say You Are).

Mi viene da darle ragione, soprattutto se ripenso a quando, in uno dei momenti cruciali che nella primavera inoltrata del 1988 precedettero la consegna della mia tesi di laurea, una mattina piena di cose urgenti da fare scelsi invece di mettermi a leggere in poltrona, al sole e in pigiama, Se questo è un uomo di Primo Levi. Quella sosta non mi impedì di portare a termine i miei impegni e certamente mi arricchì.

Anche riguardo alla soluzione adottata dall'autrice di fronte alle cose da fare ("Le ho solo fatte, con calma, una dopo l’altra."), mi trovo d'accordo, da anni e anni.

1 commento:

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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