29 agosto 2013

Dare un nome al viaggio

Chiamare una nuova città col nome della tua vecchia città cos'altro significa, se non che hai viaggiato in tondo? Forse, che credi di aver viaggiato talmente tanto in tondo da aver fatto ritorno alla località di partenza? Un mancato distacco illusorio, un falso ritrovamento laddove dovresti ripartire da zero, un maldestro trasloco di quanto non si può trasportare senza finzione.

Ebbene? Un po' d'indulgenza, perbacco! Un conto è un viaggio d'andata e ritorno, ben altra cosa è un trasferimento definitivo, di quando sai che per uno o più motivi non ti sarà più possibile tornare indietro. Qualche trucchetto di autoconforto andrà pur concesso, e la possibilità di crederci, sebbene sia come un filo d'Arianna senza nessuno a tenerne l'altro capo.

Inoltre, un viaggiare non è uguale preciso a un altro. Esiste il tutto organizzato da prima, tutto previsto compresi gli intoppi, tutto preciso compresi i contatti, mai staccati, piccolo mondo privato lì a scrutare attraverso il microschermo con cui inquadri i tuoi giri, ma esiste anche il partire senza la sicurezza di aver chiuso il gas o saldato le pendenze, né di aver preso con sé biglietto e documenti. Esiste poi la fuga senza un recapito certo, esiste l'ignoto che si allarga piano piano fino all'intero orizzonte, luce abbagliante, sete, buio pesto, brividi di freddo, sale e vento su labbra riarse.

Eppure, dalla sciocchezza delle futilità all'ultima speranza di uscita da un dramma, ogni viaggio è come un regalo, che dovrebbe contenere un po' di te, un po' dell'altra persona, un po' di quel che sta a metà tra voi due: sostituisci alle due persone i luoghi di partenza e arrivo, e te ne convincerai.

6 commenti:

  1. già
    io fossi in lei lo compierei..senza indugio
    *

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  2. Ma che bello, Zu :) Buon "viaggio"

    Sable

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  3. sms nn più viaggianti
    quelli li ho scordati
    ma il soffio di primavera
    a dicembre di ferragosto
    non sono alterati
    solo sospesi al grido
    di un arrivederci.
    stella*

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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