28 giugno 2013

A matita

Sai come si chiama la voglia di te? Sta scritta in una lettera a due voci, due come i tipi di grafite che vergano fronte retro il foglio piegato in tre. Sta scritta implicitamente e come si chiama non si saprà leggendola. Per saperlo occorrerà aprire le orecchie a un'ora imprevista e ascoltare una voce che dirà Amore umido. Così, senza definizione, senza precisare l'origine e la forma di tale umidità, fluido corporeo più che atmosferico, fluido d'atmosfera d'incanto d'origine incerta o, più probabilmente, mista. Sarà una voglia condita d'assenza e nutrita d'essenza, sarà una voglia che trova in cucina gli aromi e accanto al piano cottura gli umori segreti, secreti durante golosi baci. Sarà una voglia tra parentesi, ma capace di schiudersi petalo dopo petalo dopo petalo tra un sorriso e l'altro per una vita intera fatta d'un momento rubato, la peggissima e meglissima che ci possa essere in una scrittura ama ti ta.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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