24 aprile 2013

Alla bellezza della semplicità

Essere visibile o invisibile è una scelta che a volte dipende da te e a volte dagli altri. Puoi isolarti o subire l'isolamento, estraniarti volontariamente o patire l'esclusione da indifferenza di quando differenziarsi non serve a niente.
Essere sommergibile o lasciarsi sommergere è una condizione che a volte dipende da una tua scelta. Puoi esplorare nuove profondità o farti affogare dalla testardaggine, navigare in un fluido affascinante o patire la paura e l'incapacità di farti piacere il mistero d'un viaggio placentare.
Essere o malessere talvolta non ti lasciano scelta, ma se le volte in cui ne hai l'opportunità non svolti in direzione giusta, ti lascerai avviluppare dall'infelicità che insisti ad abbracciare, dal nichilismo della lucidità estrema e inutile, anche quando basterebbe sorridere al dio delle piccole cose, alla bellezza della semplicità.

4 commenti:

  1. anche prendere un antidepressivo...

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    1. Effettivamente in qualche caso il farmaco potrebbe servire o addirittura essere necessario, però sono convinto che se non si fa scattare (anche) una molla interiore, l'aiuto esterno da solo non funziona (in questo post parlavo in generale, ma anche pensando a una vecchia amica).

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  2. e parlare agli amici, soprattutto di vecchia data, è bello. E' l'attenzione che fa la differenza,perchè dà l'opportunità di guardare a 360° con tutta sincerità. Ma attenzione a farlo solo così...sei sicuro di aiutarla? ti sta ascoltando o ti sta guardando negli occhi.
    lo sguardo sviluppa un aggancio di sicura presa e se vogliamo aiutare qualcuno a far capire qualcosa, non lo si può fare così.
    Lo sguardo funziona come velcro a non sommergere di parole, ma a guardare l'indicazione della strada giusta e senza che si facciano intere "rotonde" per arrivare al traguardo voluto o alternativo o giusto;o se vogliamo a saper dire che forse sta sbagliando. Perchè a volte non si hanno o non si conoscono gli strumenti e le alternative strade...chi suggerisce in realtà insegna!
    Stella*

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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