10 settembre 2012

Dov'è il bello del ballo

La prima volta che vidi quel ballo di gruppo, anzi forse la prima volta che vidi un ballo di gruppo in assoluto, fu nel film Un'altra vita di Carlo Mazzacurati. La canzone faceva "Oggi qui / domani là / io vado e vivo così", in una versione opportunamente ritmata, e i personaggi la ballavano, o per meglio dire, la seguivano a tempo con una serie di mosse e passi preordinati, esibendo un'indolenza da stravaccamento post-abbuffata, oltre a un'insensatezza da zapping compulsivo nei confronti non già dello schermo televisivo, ma della vita tutta. Un imprinting per me decisamente pregiudizievole nei confronti dell'alligalli, hully gully de noantri.

In realtà, conoscere i passi di un ballo non è una cosa brutta, saperli eseguire è tutt'altro che disdicevole e non c'è niente di male a farlo in gruppo. Il senso di appartenenza, il rito, il divertimento condiviso, come pure la socialità, il superamento delle timidezze e financo l'esercizio fisico sono tutti fattori sufficienti. Mi delude però che si balli qualsiasi brano allo stesso identico modo e che siano tanto numerosi gli arrangiamenti orrendi.

Lontano dai passi preordinati sta invece il tango argentino, in cui l'imprevedibilità s'accompagna all'assoluta necessità di comunicazione continua tra i ballerini affinché la coppia danzante divenga entità unica che insieme crea. Comunicazione corporea fatta di muscoli e ascolto, di musicalità e passione, per quanto ci si riesca.

Riguardo all'hully gully, l'ho già ammesso, senz'altro sono influenzato dal pregiudizio originale, sicuramente non ho avuto davanti agli occhi gli esempi più apprezzabili, ma il punto di questa contrapposizione è un altro e comporta una scelta: da un lato, un adeguamento pedissequo e acritico che pur facilitando accesso e partecipazione, livella verso il basso aspettative e godimenti; dall'altro, un percorso difficile e inizialmente frustrante, che in seguito però presumibilmente permetterà un maggiore sviluppo creativo, una ricca ramificazione di varianti possibili, una nutriente vicinanza tra diverse sensibilità.

Se ti sembra che tale contrapposizione non riguardi solo il ballo, non posso darti torto.

1 commento:

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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