26 agosto 2012

Volteggiando

C'era una volta una notte in cui dopo aver sognato raccontavo subito il sogno fatto. C'era una volta un giorno in cui dopo essermi svegliato raccontavo appena possibile il sogno a chi vi aveva in qualche modo preso parte. C'era un'altra volta in cui non avevo potuto farlo perché chi vi aveva preso parte non c'era più. C'era quella volta in cui non mi venne neanche in mente di andare a giocarmelo al lotto, perché era stata già una vincita così.
C'erano volte in cui i sogni venivano di notte a occhi chiusi. Sogni tanti, incubi raramente, ma spaventi vertiginosi parecchi, sull'ottovolante del tempo. C'erano volte in cui i sogni si costruivano a occhi aperti, ma più che progetti erano fantasticherie da mani occupate. C'erano giravolte in cui sogno e realtà si fondevano, anzi la realtà superava il migliore sogno e non ci si poteva credere, ma succedeva. C'erano volte in cui i giri delle cose e dei sentimenti davano ragione e torto a tutti spennellando le coscienze d'inevitabilità.
C'era una volta in un sogno una stella come quella delle fiabe. C'era una volta stellata da sogno che partiva bassa all'orizzonte davanti alla spiaggia di Paliohori. Sarebbe stata da onorare meglio, quella volta. Nei sogni talvolta succede, da sé, stavolta però non lo dico. Sarà il sogno, se vuole, a far le capovolte per raccontarsi a chi vi ha preso parte o per ritornare un'altra volta a salutar le stelle.

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a cura di Giulio Pianese

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