23 agosto 2012

Dentro e fuori

È stato ieri nel territorio di Siniscola l'ultimo bagno di questa vacanza sarda, straordinaria perché imprevista e perché piena di meraviglie. Un alternarsi di nuotate e spaparanzate, un galleggiar m'è dolce in questo mare baciato da un technicolor cangiante e cristallino.
A un certo punto sono salito sulla grande duna di sabbia soave che sovrasta un lungo tratto di bianca spiaggia tra S'ena e s'acchitta e Capo Comino. All'ombra dei ginepri, mi sono messo a guardare, incantato anche dai suoni, rarefatti ma udibilissimi, per uno strano effetto anfiteatro che faceva captare pur a notevole distanza brandelli di discorsi dei pochi fortunati bagnanti. I blu e gli azzurri erano a un tempo intensi e trasparenti, con riflessi luccicanti e caldi accarezzati dalla brezza, seducente anche sull'assolata pelle salata che per un giorno avevo voluto lasciare senza protezione alcuna.
Assaporavo con gli occhi accogliendo ogni altro impulso sensoriale mentre le emozioni s'intrecciavano ai sentimenti, in un sinuoso viluppo di densità e mancanze, di grato godimento e nostalgia in struggente anticipo. È allora che mi sono sentito pervaso da una sensazione tanto forte da inondare, un'irrisolvibile pulsione bipolare che di fronte all'immane bellezza mi faceva voler continuare ad ammirare da fuori e però mi chiamava a volerci sguazzare dentro. Un piacere reclamava l'altro fin negli istinti, e nel contempo affiorava la consapevolezza che né l'uno né l'altro sarebbero stati per sempre. Una sensazione avvolgente e penetrante che prima d'allora avevo provato solo con amorevoli e splendidamente golose fiche.

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a cura di Giulio Pianese

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