02 agosto 2012

Andata e ritorno

Non so perché abbiano asfaltato la stradina di campagna che collega Castello a Cavalese. Voglio dire, ci sono già lo storico stradone di sopra e la relativamente recente fondovalle, che bisogno c'era di bitumare anche questa? Certo, percorrerla in vespa era quasi avventuroso prima, e ricordo di averlo fatto per un'estate intera da adolescente, ma ora, così, il piacere di passeggiarci è quasi dimezzato, nonostante il panorama favoloso e il bel calore dei muretti a secco, solarium e nascondiglio dei piccoli graziosi sauri.
Per fortuna in un tratto hanno lasciato terreno e sassi, compresi quelli bianchi che da bambini usavamo come gessetti sulle pietre più scure; il tratto che passa davanti alla madonnina, piccola rudimentale cappella che tra l'altro ricorda i caduti sul lavoro della cava che un tempo le fu adiacente. Lì stamane mi sono seduto a ricevere una telefonata e, credendo che una certa cosa fosse una cosa brutta, ho tirato una fila di porchi. Più tardi, con difficoltà, mi hanno fatto capire che invece era una cosa bella e allora al ritorno, ripassando di lì, mi sono tolto il cappello: non sono un credente, ma era un modo per chiedere scusa al luogo e forse anche al me bambino che lo lambiva giocoso.

7 commenti:

  1. sai Zu, adesso ..proprio adesso mi trovo in un luogo che sa da sempre di magico. percorro la stradina che accompagna il costone scosceso, che arriva fino al mare, di fianco un muretto a secco mi accompagna ..con dei ciuffi d'erba che raccontano una infanzi.
    assentrandomi raggiungo quel pino caduto. Un tempo mostrava il suo bel alto portamento, ma i venti violenti li hanno ribbassato e ridotto a seguire dal basso il soffio del mare., che prima avea ammirato! Stella*

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    1. o mamma con il telefonino e gli occhiali da sole ed il vento che ti cela lo sguardo su di un di un video poco visibile alla luce naturale ...chiedo scusa per le inesattezze...e continuo ...non so se gradite

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    2. allora dicevo....
      quei venti ridussero quell'albero così alto e dal bel portamento, a vivere disteso su di un selciato che sapeva di abbandonato...ma a me tanto caro...da sempre si calpestano gli aghi di pini copiosi e distesi come prato erboso, frammiato alle piccole pietre, che conservano il loro valore di origine romana nella costruzione ormai caduta ai tempi della seconda guerra e forse ancor prima...anche nei sassi si raccoglie tanta storia passata..calpestati, ospiti testimoni dei tanti valori. Stella*

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    3. ah!! frammisto ;)

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  2. questi commenti alla versione mobile del blog li vedo solo ora, grazie per la condivisione :-)

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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