16 luglio 2012

Per te la mia canzone vola

Oggi è il compleanno della mia mamma. Mi spiace non poter fare un blitz fiemmazzo per stanarla dalla cucina dove sicuramente anche oggi, vacanze o non vacanze, si darà da fare.

Di cucinare, cucinare per tutti quanti, non sa fare a meno. D'altronde, se il cibo è una sua ossessione è anche un po' colpa mia, che da piccolo non volevo mangiare alcunché. Lei si disperava e insisteva, ottenendo ovviamente l'effetto opposto ai suoi fini di nutrice; si disperava giungendo perfino a rivolgere preghiere alle entità superiori affinché io mangiassi. Se queste esistono, devono avere i riflessi un po' rallentati, perché solo dopo diversi anni cominciai a gustare un numero apprezzabile di pietanze e a volerne mangiare in quantità... cosa che non ho più smesso di fare.

Gli auguri glieli ho fatti per telefono e dalla sua contentezza sembrava avessi fatto chissà che. D'altronde, ho ancora in mente l'immagine di quella volta che si commosse solo perché dall'altra stanza mi sentì provare, con il sax tenore che strimpellavo in quel periodo tardoadolescenziale, le note della canzone "Mamma", con la quale intendevo omaggiarla. Non mi diede il tempo di finire la prima strofa che era già corsa lì, col sorriso velato dall'emozione, a ringraziarmi. È di quelle persone che si dedicano in toto agli altri dimenticandosi un po' troppo spesso, se non quasi sempre, di sé (tipo l'anno scorso, quando con il medico che le stava cucendo l'unghia del pollice senza anestesia, l'unico suo rammarico era la previsione di trovarsi impossibilitata a svolgere normalmente tutte le attività domestiche).

È di quelle persone con le quali occorre fare attenzione alle attenzioni, nel senso che credono di non meritarsele e rimangono spiazzate quando gliele rivolgi. Se mostri di occuparti o preoccuparti per loro o semplicemente se espliciti anche verbalmente il bene, ascolta e tra uno schermirsi e un non detto percepirai una miniesplosione interna, tipo "pockh", preludio di una silente commozione. Sono i casi in cui ci vuole assolutamente un abbraccio. Tra qualche giorno, d'accordo?

Poi semmai le dirò a voce che ne ho scritto qui, perché lei, che ha insegnato a leggere e scrivere a decine e decine e decine di piccoli grandi esseri umani, il computer non sa nemmeno come si accende.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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