23 luglio 2012

Online games

Da molti anni rifuggo qualsiasi forma di video game perché so che rischio la dipendenza, quasi come per i gelati. Se da ragazzo la recinzione di sicurezza era il numero limitato di monete a disposizione, con l'avvento degli aggeggi domestici solo la mancanza di elettricità avrebbe potuto interrompere il gioco, per cui l'unica soluzione sicura divenne l'astensione totale, pena la dissoluzione della più preziosa risorsa intangibile: il tempo.
[Ti prevengo: no, il mondo delle relazioni telematiche non è una perdita di tempo, non sempre almeno. Dalle mailing list ai forum ai blog ai social network, se vuoi pescarla c'è un sacco di ricchezza costituita da semi fatti per fiorire lì e altrove, in sinapsi e anche in carne e ossa.]
I giochi, invece, i giochi: quelli, per quanto belli, il tempo te lo disintegrano, succhiandoti vita che non recupererai. Ma tanto io ne sto alla larga. Quasi sempre. In effetti, ogni tanto gioco a reversi (othello) e se lo faccio, per un po' (un po' troppo, mannaggia) mi perdo via.

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a cura di Giulio Pianese

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