15 giugno 2012

Certe volte

Certe volte la pigrizia o la fretta ti fa tralasciare di controllare cosa dica esattamente una canzone, ma ne prendi un verso e lo fai tuo, tuo in quel momento specifico e trovi l'inno dell'istante che chiede di esprimersi. Certe volte sei lì e sai che devi sbrigarti perché le cose da fare sono tutte o quasi urgenti e ruggenti, ma il loro accumulo ti porta allo stallo e ti metti a fare qualcosa che non c'entra niente e che al momento sembra farti perdere tempo e invece te lo fa prendere, il tempo. Certe volte non puoi andare a vivere in un posto che ti piacerebbe molto, così ti accontenti di andarci in vacanza per qualche giorno* e finisci per cogliere qualche momento magico che s'infilerà per sempre (o finché alzheimer non vi separi) nella collana di perle della tua memoria. Certe volte il pensiero ti rimane a metà perché le immagini per dipingerlo sono sparse per i ricordi condivisi del mondo o perché le frasi che ne potrebbero parlare sono scritte da qualche parte a matita, ma il sorriso lieve che scaturisce è intero e si chiama fruizione malinconica del vivere.

--
* vedi le considerazioni di Pennac in Comme un roman quando parla dei diritti del lettore (Come un romanzo nella traduzione di Yasmina Melaouah).

1 commento:

  1. A volte avviene una esplosione di gioia! Poi dici...no, non è reale...ed allora leggi che il mondo che ti gira intorno e che per te è stato per davvero quello che contava...rimane..e rimane sempre...nella malinconia, nella gioia, nella'amore, nella passione...e un treno che partito ritorna..diverso più colorato e slanciato verso la dinamicità di uno stato gassoso, che si vuol rompere per tracciare ed andare verso la propria traettoria..come vada..vada.. Un treno fermo è assolutamente sciocco da tenere..bisogna invitarlo a partire verso un nuovo orizonte.nlontano e sublime..che possa far sognare i suoi passeggeri. *Stella*

    RispondiElimina

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi