15 febbraio 2012

Due etti e mezzo di sillabe

L'erba e la terra dei giardinetti si erano già bevute quasi tutta la neve, il sole titillava la pelle invitando a scoprirla in spregio a ogni prudenza. Già lo sguardo saliva trasognato nell'improvviso azzurro. Trasvolami il tuo dire raggio dopo raggio, dis-astro lucente.
Pane fette biscottate marmellata uova biscotti, ma che lista è questa, riformulala. Non vale aggiungere al momento altra marmellata formaggio e cioccolato fondente con nocciole perché possa dirsi completa. Fa freddo, dice l'omino lì fuori che patisce più di te, nonostante i tuoi debiti. Svuotati le tasche degli spicci e la bocca di un saluto prima di ripartire con la spesa.
Il sole scintillava sui residui di neve sporca, invitando a scoprire il pregio dell'impudenza. Passi obliqui sui margini di ghiaccio croccante, immotivatamente ottimista, questione di accordi. Non credere però che la primavera arrivi in quattro e quattr'otto. Ci vorranno... beh, ci vorranno settimane, perché arrivi. Intere settimane, sì.

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a cura di Giulio Pianese

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