25 dicembre 2011

Natale

Dopo una lunga e bella giornata conviviale (nel senso affettivo e in quello alimentare), tornando a casa insieme ai cuccioli (uno di quei privilegi di cui t'accorgi quando ti manca) ascoltavo su Radio Popolare una trasmissione che tramite la musica parla anche di carceri.
Dal contrasto mi è tornato in mente (anche questo tra parentesi) un pezzo comparso un anno fa nella raccolta Post sotto l’albero 2010 e lo voglio riportare qui sotto. Auguri a tutti.
Sorvegliato speciale di wild

In molti luoghi, ai quali difficilmente pensiamo se non perché direttamente coinvolti, il Natale è un sorvegliato speciale. Durante tutte le feste ma soprattutto durante il Natale nelle comunità, nelle carceri, nelle case di cura esplodono le crisi più grandi, più difficili e dagli esiti, a volte, irreparabili e fatali. Lo sanno bene gli operatori del settore che durante i periodi festivi affinano i sensi e la vista, pronti a captare anche il più piccolo mutamento di umore. Ma quale sortilegio racchiude in sé questa ricorrenza, quale turbamento scatena e quali fantasmi evoca? Certo la gente fuori si circonda di persone care, prepara ricchi pasti e preziosi doni, accende luci e addobba la casa, tutto per esorcizzare lo spirito del Natale, ma chi è solo si trova inevitabilmente faccia a faccia con il sorvegliato speciale, e di conseguenza costretto ad affrontarne tutta l’essenza, confrontandosi con la sua anima, con la propria anima. Buon Natale anima mia.
Auguri anche in musica, con la sigla da cui la trasmissione prende il nome: Jailhouse Rock (nell'interpretazione dei Blues Brothers).

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi