18 maggio 2011

Vai

Guideresti, ora, o ti pensi a farlo, lungo un'autostrada con un clima soleggiato ma non troppo caldo, con una radio accesa su musica gradevole ma non tua, con intorno paesaggi non abituali ma nemmeno ignoti, le mani su un volante ubbidiente, la leva del cambio docile e poi abbandonata, un motore onesto e agile di un'auto noleggiata, dimentico delle pesantezze eppure consapevole di un semigusto che abbevera ogni respiro, di un semisorriso che condiscende a quasi ogni sguardo, di un pensiero latente che prova a riesumare quanto hai sepolto in giardino: la dinamite dei sentimenti vissuti a metà.
Vai e vai e vai, guardi bevi mangiucchi, vai, scivolando sull'essere, vai, vai, vai, ascolti e lasci vagare il sé a sospendere il fare, vai e non sai, non sai quando né se ti fermerai, vai e intanto dolce lieve giunge un'autocarezza indulgente, un incoraggiamento dell'anima a far ricircolare linfa e calore, un sussurro dal vento tra i prati a rammentarti che il cuore saprà dischiudere i suoi petali ad altri aneliti e forse, un giorno, a ciascun istante del vivere.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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