06 settembre 2010

Chissà

Magari t'avrei raccontato di cose che orecchie innocenti non devono sentire, magari te ne avrei parlato con dovizia di particolari, magari t'avrebbe fatto piacere, magari stuzzicato fino a sospendere il respiro. Respiro quasi afasico perché il fiato trova un tunnel senza ostacoli e dunque non riesce a risuonare, un bisbiglio sottile è tutto ciò che resta, per ora. Per un'ora forse ti saresti chiusa nella tua stanza, forse ti saresti ascoltata impronta per impronta, blandita nei sensi e nel senso del sé. Se una sorta di connessione, qualsiasi sorta di connessione, si attiva è perché emittente e ricevente funzionano nei medesimi istanti. Distanti, eppure per un momento il gorgoglio degli apparati erogeni avrebbe ammantato tutto quanto, giungendo a zittire l'irritante frustrazione dei tempi lunghi. Per un tempo più prolungato, probabilmente, sarebbero poi stati dei lampeggiamenti di visualizzazioni magiche, quelle nel mio sguardo lontano, a rivelarti nuove e antiche bellezze. Bellezze permanenti di luce anche al buio, come quando guardi la lampada accesa, distogli lo sguardo e si spegne il resto del mondo, per la cecità scintillante. Scintillano gli occhi, stanchi o chissà. Chi sa sorridere saprà farlo anche domani, magari.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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