28 febbraio 2008

Grazie, Beppe

locandina Neil Young Continental Tour 2008Domenica sera, grazie a mio fratello, ero al concerto di Neil Young.
Le sue canzoni contrassegnarono la nostra adolescenza e questo già sarebbe stato abbastanza, ma il giovanotto è ancora e sempre un grande, si diverte a fare quel che gli pare (te ne accorgi soprattutto dagli assoli) e soprattutto mi ha dato l'impressione di essere vero. Bello!

Sebbene fossimo lassù in alto, nell'occasione l'acustica dell'Arcimboldi è stata premiante e i momenti intensi non sono certo mancati.
Ad aprire la serata c'era la moglie Pegi e nonostante le battute che serpeggiavano ("ma non poteva sposarsi con Lucinda Williams?") direi che non è male, accompagnata dal bravissimo Anthony Crawford (voce e chitarra acustica) oltre agli altri elementi storici dell'entourage musicale familiare.

Poi è stata la volta di Neil da solo, ora seduto tra una corolla di chitarre (e un banjo, che ha usato in... Mellow My Mind, forse un modo per esorcizzare un intero periodo), ora errante sul palco, quando alternandosi tra le tastiere disposte alle estremità (per A Man Needs A Maid e Journey Through The Past), sembrava decidesse la scaletta secondo i suoi umori del momento. Così si protendeva verso una chitarra, ma poi la rimetteva a posto per sceglierne un'altra, magari diversamente accordata, come serve per Don't Let It Bring You Down, uno fra i numerosi brani che dopo così tanti anni ancora sanno risuonare nel profondo. Come pure Harvest e Heart Of Gold, antiche perle sospese tra respiro e sospiro, prima della chiusa di Old Man.

Infine la parte elettrica, potente, contrassegnata da un'euforia forsennata come contraltare della malinconia, la stessa che urla e giganteggia dai tempi di Rust Never Sleeps (degnamente richiamato da Hey Hey My My e da Powderfinger). Tutta la band a disposizione di Neil, tutto il pubblico alla sua mercé. Rimanere seduti in poltrona è stato possibile solo grazie all'emozione. Vibrante più di quanto non m'aspettassi. Più o meno come i 3 minuti di feedback alla fine di Cinnamon Girl, che viaggia verso i 40 ma non li dimostra.
I wanna live
with a cinnamon girl
I could be happy
the rest of my life
With a cinnamon girl.

A dreamer of pictures
I run in the night
You see us together,
chasing the moonlight,
My cinnamon girl.

Qui trovi un po' di filmati tratti da questa stessa tournée (il vestito è lo stesso; la scaletta - come sospettavo - leggermente diversa).

P.S.: vedi anche questo eccellente resoconto.
E intanto su YouTube hanno cominciato a caricare i video della serata, non tutti di qualità accettabile però (Neil Young Milano 2008).

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a cura di Giulio Pianese

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