31 ottobre 2007

Bovisa stailìa

Un quartiere dove le cose accadono. Tipo gli incendi, quello di stamane in un appartamento tre porte più in là al terzo piano in via Andreoli, che quando sono arrivato da Cinisello intorno all'una sembrava una scena da film con le auto della polizia e i camion dei pompieri, gli agenti in divisa e i vigili del fuoco ancora tutti indaffarati e l'acqua che scendeva a pioggia dai ballatoi insieme alle masserizie lanciate direttamente giù in cortile e ancora fumanti.

Un quartiere dove le cose le fanno accadere. Tipo lo spettacolo di domenica: un corteo promosso dalla Scighera e con la collaborazione dell'ANPI che ha visto sfilare un po' di cittadinanza al seguito degli artisti della compagnia teatrale La Madrugada, di cui si ammirava l'esibizione con trampoli e maschere e strani strumenti e più strani linguaggi.

Un quartiere dove le cose le fai accadere. Tipo il giretto di stasera, iniziato in gelateria coi bimbi mascherati e scatenati e poi per le strade e le piazze a fare dolcetto o scherzetto, con molti baristi che li assecondavano, con Lorenzo che in proporzione mi sembrava ET, in mezzo a quelle signorinelle della Cajuina e delle sue compagne, streghette alquanto eleganti e quasi educate, se avessero tralasciato di suonare un po' di campanelli.

Un quartiere con un suo stile. Suo, tuo e nostro, perché siamo noi, tutti noi, responsabili di un pezzetto di realtà, specialmente quella contigua al vivere, momento per momento e metro per metro.

27 ottobre 2007

Prefisso iterativo

Il demiurgo quella volta si arrabbiò tantissimo.
"Ma vi sembra il caso" tuonava rivolto agli elohim, "di baloccarvi in questa maniera, vi rendete conto o no che son cose delicate queste?"
Quelli rallentavano appena, lampeggiando di una vibrazione sincopata, poi il soffio ciclico riprendeva alla solita frequenza multipla.
"Insomma, osservate quale obbrobrio avete prodotto!"
L'armonia iridata si compattò in un coro a luce bianca ed emise un sospiro d'ampiezza galattica, subito disperso dall'incalzare dell'incazzatura.
"Gravati così non riescono nemmeno più a fluttuare in giro, poveri disgraziati, vincolati a quell'unica atmosfera azzurra... e poi, no, non ci posso credere: anche la telepatia avete guastato, me lo dite ora come comunicheranno a distanza? Mmmh, so io cosa vi farei..."
Il girotondo di pulsar arrestò il suo vorticare e si fece verbo:
"Dai, Demy, non farla tanto lunga per un po' di ri-creazione, non è mica la fine del mondo!"

24 ottobre 2007

Quando?

Ti alzi un mattino col quasi buio e ti rinfranca il brillare delle ultime stelle e di Venere, quasi maestosa a est insieme all'aurora che si fa alba.
Ti alzi il mattino dopo e il trucchetto non funziona, tutto è coperto e piove, gli angeli avran deciso che per il bidè ormai era ora.
E dunque scruti il vento e il cielo mobile, assecondi le curve della memoria ma ti riprometti tutto quel che sarà poi smentito, fino a quando di nuovo sarà tempo di tempo senza tempo.

19 ottobre 2007

Quando mai si può avere il tempo?

I viaggi nel tempo, con le loro visioni, i paradossi che comportano e le implicazioni innescate, mi sono sempre piaciuti un sacco in tutte le forme incontrate: romanzi, film, racconti. M'inquietano anche, andando a solleticare corde legate a destino e volatilità, veggenza e ignoto, libero arbitrio e predestinazione. Ora, per esempio, ho scritto queste righe perché dal futuro ho visto che qui doveva esserci un post.

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* La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger

* Ritorno al futuro di Robert Zemeckis
* Peggy Sue si è sposata di Francis Ford Coppola
* L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam

* La Cronomacchina di Aquatarkus


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...e ancora, grazie anche a Germana, Egovirtuale, Bhuidhe, Mou, Patti, Flounder, Adrix, Effe, Ceci, Astrid, Raffa, Riccionascosto, Viridian:

* The Confessions of Max Tivoli (Le Confessioni di Max Tivoli) di Andrew Sean Greer
* Bambini nel tempo di Ian McEwan
* Momo di Michael Ende
* Timequake (Cronosisma) di Kurt Vonnegut
* The Time Machine (La macchina del tempo) di Herbert George Wells
* Slaughterhouse-Five (Mattatoio n. 5) di Kurt Vonnegut

* Eternal sunshine of the spotless mind (Se mi lasci ti cancello) di Michel Gondry
* Inland Empire (L'impero della mente) di David Lynch
* Somewhere in Time (Ovunque nel tempo) di Jeannot Szwarc
* The Science of Sleep (L'arte del sogno) di Michel Gondry
* Terminator di James Cameron
* Memento di Christopher Nolan
* Groundhog day (Ricomincio da capo) di Harold Ramis
* La Jetée di Chris Marker
* Non ci resta che piangere di Roberto Benigni e Massimo Troisi
* È già ieri di Giulio Manfredonia
* Frequency - Il futuro è in ascolto di Gregory Hoblit
* The lake house (La casa sul lago del tempo) di Alejandro Agresti
* The Time Machine (L'uomo che visse nel futuro) di George Pál
* Time After Time (L'uomo venuto dall'impossibile) di Nicholas Meyer
* The Time Machine di Simon Wells
* Donnie Darko di Richard Kelly


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con qualche se e qualche ma:
* Terra! di Stefano Benni
* Saltatempo di Stefano Benni

* Sliding Doors di Peter Howitt
* Lola Rennt (Lola corre) di Tom Tykwer

13 ottobre 2007

Victor Vasarely

Sono andato a vedere la mostra di uno che ha fatto scultura con la pittura, facendo parlare il linguaggio del cosmo alle sue opere e a chi le guarda lasciandosene rapire.

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Milano, Triennale Bovisa, fino al 27 gennaio 2008

11 ottobre 2007

Milano, zona isola, ore 20

Se ce la faccio a sganciarmi sarò a sentire la presentazione di Sappiano le mie parole di sangue, il libro di Babsi Jones, stasera alle otto, al Frida Cafè di via Pollaiuolo 3 a Milano.

07 ottobre 2007

In vetta al pentagramma

Pensa un po' che roba: uno va a gustarsi un concerto dal vivo in un bel posto, gratis, scatta una foto, clic, la scarica sul computer, clic, la carica su un sito, clic e dopo un po' gli arriva a casa un CD, gratis.

Le cose belle in questa sequenza di eventi sono state: la passeggiata e il bosco di Paneveggio con gli abeti risonanti; Giovanni Allevi, che avevo appena applaudito in piazza Duomo nonostante le zanzare insieme a Fraps, a Amir e a Stefano, comodamente seduti nonostante le transenne, e che quella sera ci aveva davvero rallegrati con la sua Joy; Giovanni Allevi, dicevo, che lassù alle Carigole ha dapprima diretto l'orchestra dei bravi Virtuosi Italiani, ma su brani veramente pallosi (da profano, credo che il nostro riccioluto non sia ancora un compositore eccezionale per orchestra), indi ha riconquistato tutti tornando a toccare gli 88 tasti in collegamento diretto con il suo sé; le cose belle, dicevo, comprendono le foto che sono state pubblicate e Silvia da Bressanone, la cui presenza ha valorizzato la mia, scattata durante il sound check, e di certo la scenografia delle Pale di San Martino (colte anche dall'inquadratura di un giovanissimo paparazzo).

Poi, naturalmente, il CD Cime Domestiche, con Paolo Benvegnù, Monica Demuru, Petra Magoni, Ares Tavolazzi.
Ora l'ascolto, riguardandomi le foto agostane:

            

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(...che poi magari invece 'sti trentini avran voluto premiare la levataccia notturna e la buona volontà per quell'alba alla Roda di Vaèl...)

03 ottobre 2007

Soglie

Magari ti sembrerà un'esagerazione, ma certe volte a momenti non mi ricordo chi è vivo e chi è già morto. La memoria, a distanza, è capace di evocare chiunque con pari convinzione, ingannandoti facilmente se non ti applichi. Un passo da questa o quella parte, una volta superata la soglia della contiguità o della continuità, non sembra fare molta differenza per l'occhio rivolto allo schermo della rappresentazione immaginativa. E però ti riscuoterai alla frustrazione di una mano smarrita nell'aria, dell'orecchio teso a suoni muti, della tua pelle lasciata intatta, dell'abbozzo di sorriso ricambiato solo dallo specchio e saprai che devi rivolgerti altrove, accogliendo il lavacro della pioggia calda di sole, ché viene di lassù, anche lei.

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Una colonna sonora.

02 ottobre 2007

A riverbero

Fu il tempo di un lento. Una festa con le luci accese, in un appartamento del centro storico, ma un centro storico che sarebbe stato demolito entro pochi mesi. Un appartamento vuoto, con i materassi per terra e la finestrella del bagno rotta, che in settembre lasciava entrare refoli troppo freschi al momento della doccia serale.
Miscele d'etnie e nazionalità, ma l'animo umano quello è, a tutte le latitudini. Con qualche sfumatura, in effetti: chi troppo trasparente, chi un sacco saccente, chi nettamente naturale. Comunque tutti van d'accordo con tutti, tra il superficiale divertimento di moniti astrologici e una sorta di benessere diffuso.
La spaghettata, il vino, musica rimediata chissà come, poche persone e tutte malamente spaiate, con qualche sovrapposizione inopportuna, si sa com'è beffardo il caso in certi casi.
Le coinquiline differiscono alquanto per aspetto fisico e solo una viene puntata. Il vero architetto della serata ha trovato una spalla che però non ha intenzione d'assecondarlo fino in fondo, perché anche l'amicizia ha i suoi limiti.
Tu sei felice che ti piaccia Cathy, pur sapendola innamorata del suo americano lontano, quello di cui t'ha parlato spiegandoti che loro New Orleans lo pronunciano quasi alla francese. Sei felice che ti piaccia molto perché è un buon segno di ripresa, dopo che per l'ennesima volta ti stavi struggendo col marchio a fuoco d'una meteora, mannaggia alle stelle cadenti.
Il tempo chiede respiro, ma la vita è un gelato che si scioglie, per un bambino scalpitante il futuro non esiste. Pare non vi sia scelta, d'altronde: sono le case e i pianeti a decidere, con gli accoppiamenti tra i segni ben spiegati nello schemino e cosa vuoi, se i conti non tornano sarà per mancanza d'approfondimento.
Del ballo non t'importa, ma a un lento non si rinuncia, specialmente se la più bella della serata lo vuole ballare con te. Per simpatia, mica per altro, ma i seni prorompono clamorosi da un sorriso perfetto. Nome italiano, lingua francese, sangue sardo e sode carni di femmina più esperta, e che ci voleva, ammaestrandoti di lingua a darti lezioni in bocca, a lungo, prima di rispedirti con un sorriso al tuo livello, non ancora abbastanza per lei.
Tutti malamente spaiati e qualche sovrapposizione inopportuna, con un bacio che forse ne precluderà altri, pensi incrociando lo sguardo di Cathy, tanto è innamorata del suo americano, ma allora perché quell'ombra, sarà lo stupore o che altro, intanto chi avrebbe mai potuto saputo voluto resistere a Ariellà, nome italiano, lingua francese, prosperosa e calda ma non ancora per te, giovanotto, devi ancora percorrere a lungo le strade dei sensi prima di arrivare alla sua altezza, è come un videogame, ma di carne, carni di femmina prorompente e dolce se lo vuole lei.
Poche settimane, un po' di juke box, tanti scavi, qualche lettura, giri e chiacchierate, aperitivi e passeggiate e intenzioni non concretizzate. Poi alla fine c'è un treno da prendere e hai salutato tutti la sera prima, ma alla stazione ti accompagna lei, Cathy, graziosa e simpatica, e ti piace sempre tanto, ma tanto è innamorata di quello là.
E intanto t'ha accompagnato in stazione, fino al treno, e ti lascia un sacchetto con dei panini, e la ringrazi e la saluti dal finestrino e quando si fa piccola figura lontana apri e solo allora trovi il bigliettino, semplice e sincero: J'ai passé des moments très chouettes avec toi. Dei momenti molto carini che s'imprimono con un'eterna dolcezza, delicatezze che s'imbozzolano e liberano farfalle incapaci di ferire, carezze che stasera ritornano nell'aria, ancora una volta, a tracciare una melodia rimasta muta.

01 ottobre 2007

Occhi di versi

Leggi questa poesia, poi leggi questo commento (soprattutto la seconda parte), poi rileggi la poesia.

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Eugenio Montale, Forse un mattino andando in un'aria di vetro
Italo Calvino, Perché leggere i classici


a cura di Giulio Pianese

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