20 agosto 2006

Partirà la nave partirà

crepuscolo alla Bovisa Domani è il giorno dell'imbarco. Son contento di dove e da chi andrò, ma come sempre mi capita, non vorrei partire. Poi, quando sarò là, non vorrò tornare.
Questo succedeva già quando ero piccolo: ad ogni partenza per le ferie estive, tradizionalmente fissata per la ricorrenza dei SS. Pietro e Paolo, ero restio a lasciare il mio mondo, che proprio in quei giorni trovavo più che mai divertente e insostituibile. Finita la scuola, i pomeriggi in cortile erano il massimo in ogni istante: i compagni e le compagne di giochi sembravano più interessanti, le partite a pallone alimentavano grande entusiasmo agonistico, i giri in bici diventavano esplorazioni del quartiere, della cittadina, si finiva per incontrare nuovi sorrisi... il sapore delle vacanze era lì, dunque perché andare a cercarlo altrove?
Una volta a destinazione, tempo due ore e mi ero già ambientato: in pineta ad arrampicarsi sugli alberi, con gli amichetti del posto a giocare a biglie con le facce dei ciclisti, al ruscello a simulare l'avventura, in gita su valichi e vette, oppure a zonzo in paese, timidamente incantato da nuovi sorrisi... il sapore della bellezza era lì, dunque perché rientrare in città?
Se ciò sia da considerarsi metafora di altro, altri me lo dovrebbe dire, ma per duecento sacchi sul lettino dovrei quantomeno trovarci una già sdraiata, e l'onorario mi parrebbe comunque po' po' esagerato. Vabbe', tanto oggi c'è il blog e domani ci penseranno i cuccioli a distrarmi, in attesa che impari a comprendere il senso del distacco.

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a cura di Giulio Pianese

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