08 agosto 2006

El tiempo pasa

Uno dei vantaggi dell'avere figli è la possibilità di constatare in modo indiscutibile che il tempo non passa invano.
Da un anno all'altro non è tanto la crescita fisica a imporsi alla consapevolezza, anzi quella passa quasi inosservata come tutto ciò che sta costantemente sotto gli occhi. Si nota piuttosto l'evoluzione comportamentale, a cominciare dalla sfera pratica, comprendente l'acquisizione di nuove abilità: nei giorni scorsi, il porfido di Castello non è stato perfido e Lorenzo ha potuto compiere il giro di pedale fatidico, imparando ad andare in bici senza rotelle ("Devo ancovra migliovravre nelle cuvrve e nell'equilibvrio, ma ovramai sono capace."). Per non parlare della sua impresa di domenica, quando è salito sul Corno Bianco insieme a me e a Francesca (esperta... in effetti per lei era la seconda volta).

Il tempo però passa per tutti e mi ha immalinconito un po' lasciare a mezzacosta i miei genitori, che stavolta non se la sono proprio sentita. Pienamente giustificati: mio padre ha l'età dell'ATM (ovvero quella che avrebbe avuto James Dean), mia madre lo segue a tre lunghezze, ma è sempre difficile accettare la realtà delle cose e il loro ordine naturale quando ci investe in pieno.
Anche in questo secondo fine settimana trentino la fortuna ci ha arriso, riservandoci in un cielo generalmente coperto scampoli d'azzurro intenso proprio sopra di noi per gran parte del tempo in entrambe le passeggiate: sabato pomeriggio dal Passo Lavazè alla Malga Ora, il giorno successivo dal Passo Occlini al Corno Bianco, in cima al quale oltre ai bimbi era con me... la maglietta di Pupa.

E la sera, dopo aver messo a nanna i piccoli, la bellezza di ritrovare i vecchi amici, con le chiacchiere che non sono semplici chiacchiere e gli sguardi che sono già abbracci di risate. Senza trascurare le prelibatezze locali, ovviamente.

Il ritorno a Milano è proceduto senza intoppi e la città, una volta tanto, ci ha accolti con un clima ideale. Il tempo passa, dicevo, e la serata ne ha fornito ulteriore testimonianza, con la prima crisi sentimentale della Cajuina. Le ho asciugato i lacrimoni e poi ci siamo alternati a parlarne con lei. A lungo. E qui ci vorrà un altro post.

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a cura di Giulio Pianese

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