13 marzo 2006

Lepre

Ti tocca passando. Tocca a te, vedi, ti ha toccato. Ma sei pazzo? Ma che cazzo. Disarticoli disappunto e rabbia inopportuna, sproporzionati entrambi al banale episodio. No, guarda, non c'entro. Ho da fare, io.
Inutile, se l'occhio altrui è uno specchio, rifletti. E poi la data, base cognitiva impropria che tutto contiene, come ogni altro frammento nato o creatosi.
Ti tocca correndo. Il vorticare plurimo del suo movimento articolare si trasferisce d'un tratto alle tue sinapsi e i collegamenti s'inseguono più rapidi del senso che pretenderebbe governarli, in corse più ampie del bagno cranico che ambirebbe a contenerli. Il database, fuso.
Ma è pazza? Pazza pazza pazza pazza. Non t'immagini nemmeno come fare a fare cosa, ma al tuo viso tirato lei che corre sorride serena e quando guardi meglio, lo sta facendo col tuo sorriso.
Tuffo al cuore oltre l'iride.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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