24 luglio 2004

Sull'onda soffierà un vento eroico

Un diario telematico funziona al contrario di un diario di viaggio: lo si scrive quando si sta fermi. Se infatti ci si allontana dalla postazione abituale capita per lo più di non disporre di collegamenti alla rete. Così sulle pagine che di solito ospitano aggiornamenti quotidiani si moltiplicano gli annunci di chiusura temporanea. Non faccio eccezione, né mi illudo di sostituire la carta ai pixel. Magari succederà, ma con frequenza occasionale se non rara. Ed è comprensibile, se non si hanno le sei mani vagheggiate da Rillo.

Insomma, sono di nuovo in partenza. Domani si raggiungerà con calma Livorno, che l'anno scorso m'incantò di sera con l'Effetto Venezia, una festa di luci, musiche, fiabe, cibo e persone lungo i suoi canali medicei.
Stavolta l'imbarco per Olbia avverrà di sera, per cui approderemo all'isola magica lunedì mattina. Da lì, presumibilmente dopo qualche divagazione, raggiungeremo Cagliari, dove i nostri generosi anfitrioni Mistràl e Gilgamesh ci intercetteranno per condurci affettuosi alle delizie di una vacanza sulla loro nuvoletta.

AAVV, Commentarii, ed. Séverine 2004

Più che un brainstorming, si preannunciava una tempesta ormonale. Sembra invece che il sangue abbia continuato ad affluire anche al cervello.

23 luglio 2004

Bollito duro

Sudo e lui cigola, il ventilatore oscillante convocato dalla cantina senza nemmeno spolverarlo. Sudo e cigolo anch'io, il collo si lamenta e la spalla destra duole benché abbia spostato a sinistra il topo elettronico.
Smetto di sudare per sfinimento e ricomincio con l'inutile procedura della doccia tiepida, cambio stracci, rilassato ottimismo. Non riesco a fare a meno dell'integrazione liquidi, sarà per quello che risudo. D'altronde non è una novità, l'acqua potabile è imprescindibile, tranne se possiedi le quattro stazioni.

E allora, che fare? Un'uscita serale verso il verde rubato alle tangenziali è un palliativo, perché non è difficile ritrovarsi a sudare comunque. Passare tutto il tempo in vasca è riduttivo nonché macerante, oltretutto diventa difficile rispondere al citofono.
Delle due l'una: seguire la panettiera di piazza Bausan accanto al forno per un paio d'ore per poi apprezzare la frescafa bovisasca, o puntare a isolarsi in un luogo adeguatamente ventilato, una terra di mare attraente quanto il cielo e altrettanto magnetica.
Mo' ci penso.

22 luglio 2004

Vuoi perdere peso? Chiedimi come

Attestato che il metodo migliore sarebbe sostituire con continuità alla pausa pranzo una pausa coccole, prima di disperare è bene sapere che non è l'unico.
Se vuoi saltare la pappa e annullare la fame nella fama, puoi sempre partecipare a un gioco basato su scrittura e improvvisazione, fantasia e rapidità, tastiera ed elettricità.
Naturalmente sto parlando del Blogrodeo, che oggi sarà tenuto da Squonk dalle ore 12:45 alle 14:45.

21 luglio 2004

Storie di gatti

Ho un gatto in casa. Se la memoria non mi fa difetto, era dai tempi di Pastina che queste mura non vedevano una presenza felina. La felpata creatura si chiama Lola e appartiene a un'amica che se la riprenderà tra pochi giorni. È tranquilla, finora non ha dato grattacapi e ha innescato nei bimbi un entusiasmo educato e rispettoso, quasi una riedizione laica di antiche adorazioni.

Pastina, lui, era di tutt'altra vivacità (stavo per dire "pasta"). Lo raccattammo dal cortile della vecchia casa con gli occhi destinati a non aprirsi mai. La madre, alle prese con una variopinta e numerosa cucciolata, l'aveva abbandonato alla sua debolezza. Da inguaribili assistenzialisti ci assoggettammo (provvisoriamente, sia chiaro) a nutrirlo, pulirlo, curarlo. Due giorni dopo provammo a rimetterlo in cortile, ma quella troia non riconosceva più il suo odore e gli soffiava contro.

Dunque non ci restò che continuare l'opera, alzandoci di notte per dargli il minibiberon e tenendolo al calduccio sul petto mentre suggeva (fu un allenamento, certo), coccolandolo per consolare a qualsiasi ora i suoi miagolii disperati, osservandolo e aspettando che imparasse a camminare, insegnandogli a mangiare, a lavarsi e tutto il resto.
Per un po' continuò a puzzare da maledetto, poi una volta fuori pericolo fu possibile lavarlo meglio, ma ricordo tuttora il suo odore e quello della bevanda ipernutritiva latte-uova che gli preparavamo.
Di giorno rimaneva con me: a parte le varie incombenze, l'accortezza maggiore era evitare di pestarlo o di passargli sopra con le ruote della sedia girevole.

Cambiammo casa e crescendo poté finalmente sfogarsi e scorrazzare in locali vuoti e ampi, giocare a piacimento tra attrezzi e cavi, infilarsi in ogni possibile anfratto e scatola. Si allungava, il giovane gattino e più di lui la sua coda.
La regola era che non salisse sul letto, ma quando cercavo di afferrarlo per riportarlo con i piedi per terra riusciva ad appiattirsi più di un fumetto e la collottola spariva come un link irraggiungibile.

Infine, come prestabilito, giunse il momento di consegnarlo a una famiglia che l'avrebbe accolto potendo contare anche su un giardino. Momento preparato accuratamente, consegne trasmesse con la meticolosità che nemmeno un genitore apprensivo saprebbe sfoggiare. E il giorno dopo ripassai di lì, per assicurarmi che si trovasse bene. Aveva due mesi e mezzo allora, Pastina.

Non so quanto tempo trascorse, ma tornammo a trovarlo. Era diventato il pascià della via: coccolato da tutti e sempre più bello. Lo riconobbi subito da una macchia sulla zampa e l'emozione fu il disinfettante dei graffi che mi procurò giocando a mordicchiarmi la mano come faceva da neonato.
Era bello Pastina, non so chi né come poté trovare il coraggio di avvelenarlo prima che arrivasse a compiere tre anni. Bastardo.

Era anche battezzato, come gatto. In un certo senso, almeno, visto che il nome glielo aveva appioppato il signor Ivano, quello che mi portava a casa l'acqua in bottiglie di vetro. La cassa sulla spalla, con la coda dell'occhio si rivolse a quel batuffolino precario nei suoi tremolanti passi di limbo e lo apostrofò inesorabile: "Uei, pastina!"

20 luglio 2004

Mi domando e dico

Anche se uno non se la vuole menare, viene per forza da chiedersi chi sono? quando le giornate nelle quali si è tratti lontano dal proprio fare si moltiplicano. E non si tratta qui di distrazione piacevole, a tratti ludica, sebbene per fortuna quella non venga mai a mancare completamente. Purtroppo è piuttosto questione di spreco dei talenti, per scarsi che siano, distolti a quel che si sa fare per tener dietro a mille diavolerie fini a sé stesse. Come posso dirmi traduttore se il tempo dedicato a quell'attività si erode in una carneficina di minuti devoluti a scocciature altre, varie ed eventuali?
Gli è che non son capace di mosse drastiche, altrimenti il calcolatore, lo schermo e i cavi che lo riscaldano sarebbero volati già da lunga pezza nell'area dismessa che ostinata popola il mio orizzonte di quel po' di verde indispensabile a temperare il malumore.
Quanto alle altre domande solitamente connesse alla prima, credo di sapere più o meno dove andrò, e mi piace, grazie a Gilga e Mistral. E da dove vengo, comunque la si voglia intendere, non può che avere una risposta piacevole e stuzzicante.

19 luglio 2004

Una torta con troppo rum...

è stata l'unica devianza alcolica della giornata, perché i festeggiamenti si sono svolti nell'ambito ristretto della famiglia allargata, tra giochi e passeggiate nella valle dell'Elvo. A Milano sono tornato quasi a compleanno scaduto. Della mia data di scadenza, però, spalmandomi di crema idratante, non ho trovato traccia, dunque per un po' credo di poter stare tranquillo.

15 luglio 2004

"Oi Diablogoi"

In ritardo, in ritardo!
Ho la giustificazione scritta e firmata, ma è pur sempre in ritardo che ho trasmesso il mio contributo odierno al Blogrodeo lanciato da Woland.
Acceso il computer a quattro minuti dallo scadere, ci ho messo più di mezz'ora a consegnare questo dialogo.

14 luglio 2004

Musica leopardata

Stasera i Figli di Madre Ignota suonano a Roccabrivio (San Giuliano Milanese).
Se sei da quelle parti non perderteli, ne vale sicuramente la pena.

Anche perché in qualche modo il 14 luglio va pur festeggiato.

13 luglio 2004

Nuove parole (per me)

Burraco: mai sentito prima.
La prima settimana, sulla costa tirrenica, ho declinato la partecipazione al torneo pomeridiano ed è finita lì. La seconda settimana, in una caldissima trasferta sul litorale ionico leccese, il termine è rispuntato e da altre labbra ne ho ricevuto la spiegazione.
L'ho accolta con compostezza, ma da te avrei ascoltato anche la versione avanzata del manuale omnicomprensivo di giochi da tavolo, fiore salentino, sbocciato con la passione della giocatrice e dischiuso in un armonioso ed elegante ben di dio a distrarre menti e sguardi.
Sarà per questo che dopo i primi ragguagli ho evitato di restare ad assistere alla tua partita, andandomene a sudare un po' sui tasti di un flipper vecchia maniera, quasi.

12 luglio 2004

Argento

D'argento come nella canzone napoletana era la luna, e il lago che proiettava la notte sul mare del Cilento, e il gol della Grecia in semifinale, e un paio di messaggi, e il metallizzato di una carrozzeria, e i pesci che da un altro mare guizzavano in su a raccattar molliche, e il vino che scendeva fresco in gola, e qualche bracciata al largo, e i misteri di un castello troppo geometrico, ma prima di tutto questo lo fu Iside.


a cura di Giulio Pianese

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