09 gennaio 2004

Il sole dei viventi

Si chiama Maria e quando sorride le splendono gli occhi. Alla mattina la incontri in piazza Bausan, indaffarata a sistemare la baraccheria, come dice lei. Una congerie di sacchi e sacchetti rigonfi quanto il suo abbigliamento, fatto di strati e strati e strati. La pelle sporca e annerita, la bocca semisdentata, la schiena ricurva e l'igiene presumibilmente scarso non riescono a fare di lei una vecchia strega. Non se hai provato almeno una volta a rivolgerle la parola: risponde sempre con garbo e contentezza, riverendo ogni offerta che non sollecita mai ma per la quale ringrazia con le parole e con lo sguardo. Offerta che si concretizza in un panino, una focaccia, una brioche, meglio ancora se alla crema. Bisogna però industriarsi per immaginare i suoi gusti, perché all'interrogativo mirato a sondarli risponde: "Come le pare. Va bene qualsiasi cosa."
Perché viva così non so, non riesco a capacitarmi di come sia finita per la strada, nonostante le storie lette o ascoltate. Mi piacerebbe sentirla parlare più a lungo, ma c'è sempre il timore di risultare inopportuno o invadente. Piano piano, magari.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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