06 ottobre 2003

Aos vivos

Se vai a un concerto e conosci già le canzoni, potrai godertele meglio e magari cogliere qualche particolare in più.
Così, se ti leggo quasi ogni giorno e poi t'incontro di persona, prenderò a seguirti con maggiore attenzione, partecipazione addirittura. E la volta successiva magari l'intreccio dei discorsi passerà dal comun denominatore ai multipli, con arricchimenti personali.

Di Milano blogging, Sergio mi scrisse: E' stata una bella serata. Ecco, bella. E non so cosa ne pensi tu, ma se fossimo stati dei ventiduenni, non sarebbe stata così bella. In effetti, forse saremmo stati meno propensi a esplorare insieme a Lorenza le nostre provenienze geografiche familiari e a raccontarci l'integrazione infantile e adolescenziale nella città e nella provincia lombarde.

Lasciai riaffiorare un ricordo lontano, di quando per la prima volta fui orgoglioso delle mie semiradici partenopee (l'altra metà è romagnola). Fino a tutta l'adolescenza avevo patito in Brianza un razzismo tutto sommato bonario, ma imbarazzante per un bambino e poi per un ragazzo che pur essendo ben accetto ovunque, era in fondo marchiato come estraneo (nulla di sorprendente per una "civiltà" che chiama furèst un abitante del paese limitrofo). Un'estate però su una spiaggia siciliana udii in notturna un allegro coro napoletano che m'incantò, facendomi ripescare nel profondo quanto avevo inconsapevolmente occultato. E niente fu più lo stesso.

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a cura di Giulio Pianese

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