13 settembre 2003

Una vita segreta

Da qualche settimana qui da noi si segue Zorro. I bambini l'hanno scoperto mentre stavano in montagna dai nonni e ci siamo adeguati anche noi a questo rito vespertino. Prima con sufficienza, poi con nostalgica condiscendenza, infine con partecipazione e di gusto. Devo ammettere di apprezzarlo più oggi di quando lo vedevo da piccolo, forse perché allora non coglievo con lo stesso piacere le sfumature farsesche che condiscono il dramma avventuroso. Le differenze rispetto al ricordo sono nel colore (all'epoca tutti i televisori erano in bianco e nero) e nel testo della sigla, che non è quello che conoscevo.
Le vicende vengono seguite con molta apprensione da Francesca (7 anni) e con grande entusiasmo da Lorenzo (3), il quale però gradirebbe una maggiore semplificazione dei ruoli. La divisione tra buoni e cattivi non è per lui abbastanza netta e rassicurante, per cui costella la visione di ciascun episodio con una sequela interminabile di Pevchèè?, prolungando l'apertura della "e" finale finché qualcuno di noi non lo zittisce ammannendogli una spiegazione per lui plausibile.
In verità, certe giornate qui a casa sembrano un lungo interminabile episodio, quando il piccolo indossa e non si vuole più togliere la mascherina nera ritagliatagli su misura dal nonno materno. La sua identificazione con l'eroe mascherato ha raggiunto livelli tali per cui l'altro giorno, riferendosi alla sua educatrice della scuola materna, Lorenzo ne pregustava l'incontro dicendo: "Eugenia adesso non mi conosce, pevché ho una vita segveta!" [questa la mando a Frasi storiche]

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a cura di Giulio Pianese

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